Pronti a scoprire la SPA di Bali con la Scimmia Viaggiatrice? Ma siete proprio sicuri di rilassarvi con la loro avventura? O è un racconto dell’horror? 😀 Scopritelo nel Diario di Viaggio!
Cosa ti viene in mente quando pensi ad una SPA balinese? Forse una vasca di acqua calda, petali di fiori e musica gamelan di sottofondo, ho indovinato?? Beh, purtroppo non siamo stati così fortunati!
29/08/2016
Caro diario, eccoci finalmente a Bali, nostro primo viaggio nel Sud Est Asiatico, tutto è meraviglia!
Passiamo i primi giorni tra templi, cascate e scimmiette che passeggiano indisturbate per il centro di Ubud (e che velocissime rubano a S. le banane che aveva in tasca!), ancora non sappiamo se stiamo sognando, tanto è diverso e incredibile l’ambiente che ci circonda.
Siamo pieni di energie! Assaggiamo tutto quello che ci capita a tiro, partecipiamo a un corso di cucina, facciamo 2 ore di trekking per vedere l’alba dal vulcano Batur, sfrecciamo col motorino fino alle risaie guidando a sinistra con una nonchalance che Julia Roberts in “Mangia, prega, ama” se la sogna!
Alla fine, per ritemprarci dalle fatiche, decidiamo di regalarci un’altra delle esperienze tipiche: un pomeriggio di relax completo in una spa balinese. Siamo gasatissimi, già nei giorni precedenti abbiamo scovato per caso una spa seminascosta in una viuzza, dove delle ragazze gentili e sorridenti ci hanno fatto un massaggio veloce ai piedi (mezz’ora per 3.50euro a testa, non dico altro!), offrendoci intanto una freschissima limonata: paradisiaco!
Andiamo sul sicuro, il fatto che non abbia l’insegna e non esista su TripAdvisor non ci spaventa, anzi: noi siamo viaggiatori veri, di sicuro abbiamo trovato LA spa per eccellenza, quella preferita dai locali e non una di quelle trappole per turisti! Complimentandoci a vicenda per la nostra arguzia, acquistiamo quindi il pacchetto completo di 3 ore, che comprende vari trattamenti viso e corpo.
Le solite ragazze sorridenti reagiscono al nostro entusiasmo accogliendoci con calore (SPOILER ALERT: è l’unico calore che proveremo quel giorno!), ci portano in una stanzetta un po’ vuota e decisamente non corrispondente all’immagina romantica che avevamo in mente (“ma che importa, noi siamo superiori a queste frivolezze da turisti!”) e inizia il massaggio.
Devo dire che queste ragazze hanno le mani d’oro, mi rilasso completamente e sprofondo in un fantastico torpore. Dopo qualche minuto, però, piano piano mi sento riemergere dalla mia trance e mi rendo conto di sentire un po’ di fresco. Strano, non soffro quasi mai il freddo, ma l’aria del ventilatore proprio sopra il mio lettino forse non è delle più piacevoli, e non mi stupisco più di tanto. Chiedo gentilmente se si può spegnere (la ragazza mi accontenta scoccandomi uno sguardo meravigliato manco avessi chiesto chissà cosa, ma subito dopo si ricompone e torna a sorridere come di consueto) e mi preparo a rientrare felicemente in uno stato comatoso.
Tuttavia, più passa il tempo e più inizio a capire che mi sarà impossibile rilassarmi ancora: senza ventilatore la situazione è momentaneamente migliorata, ma ormai è quasi un’ora che mi trovo seminuda su un lettino coperta di crema fredda! Adesso ho veramente i brividi, ma finalmente la massaggiatrice si ferma e tiro un sospiro di sollievo, sicuramente la parte peggiore è finita.
Mi sbagliavo di grosso! La sorridente ragazza (ormai mi sembra quasi il ghigno del Joker!) torna all’attacco con lo scrub per il corpo, se possibile ancora più freddo della crema precedente, ma ormai non so più che fare, non ho il coraggio di fermarla! Il mio pensiero corre disperato a S., siamo separati da una tenda e non lo sento fiatare: lui è super freddoloso, temo di ritrovarlo morto stecchito! Prego una qualche divinità di dare a me tutto il freddo e salvare lui, e con questi pensieri mistici arrivo alla fine di questa tortura.
Grazie al cielo è il momento della doccia, corro quasi letteralmente verso il bagno, impaziente di scaldarmi. Apro l’acqua e…..è gelida!! Aspetto un minuto, due, tre, niente da fare. Capisco che non posso consumare tutta la riserva idrica dell’Indonesia e soprattutto arrivo alla tragica consapevolezza che evidentemente non hanno l’acqua calda. Mi insapono, mi tuffo trattenendo il respiro e mi lavo il più velocemente possibile cercando di ricordare le basi del corso di meditazione.
Le divinità di cui sopra mi concedono almeno l’esistenza del phon, mi asciugo i capelli e cerco di riscaldare anche il resto del corpo col getto d’aria calda. Finalmente rivedo S., anche lui riemerso dalla doccia: mi basta uno sguardo per capire che ha patito le pene dell’inferno!
Il trattamento è finito, e le ragazze a trentadue denti ci chiedono se ci è piaciuto. Siamo talmente tristi che non abbiamo la forza di parlare, annuiamo sforzandoci di fare un sorriso che assomiglia più ad una smorfia per una colica renale, beviamo due sorsi dell’immancabile limonata (stavolta è fin troppo fresca per i nostri gusti!) e ce ne andiamo mestamente a testa bassa.
Solo in seguito verremo a sapere che non tutte le spa di Bali hanno l’acqua calda perché per loro è normale lavarsi con l’acqua fredda e solo le più turistiche sono attrezzate (beh, almeno su questo ci avevamo indovinato!), quindi è sempre buona norma chiedere prima.
Siamo usciti da lì con la voglia di piangere per le nostre aspettative deluse così amaramente, ma adesso a ripensarci ci facciamo delle grasse risate! I viaggi hanno sempre qualcosa da insegnare: speriamo che la nostra tragicomica esperienza possa essere utile ad altri viaggiatori!
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