Tra gli antichi misteri di Micene: alla scoperta dell’antica città greca

La penisola greca è il cuore del Mediterraneo. La Grecia è una terra di splendidi paesaggi, di mare che incontra l’asprezza della roccia, di isole, di alberi inerpicati lungo pendii scoscesi, di antiche storie che sono all’origine della nostra civiltà. Per raggiungere la Grecia si possono percorrere diversi itinerari, il più classico è quello che dal porto di Ancona vi porterà al porto di Patrasso. 

Una volta arrivati in Grecia c’è solo l’imbarazzo quanto a meraviglie da vedere. Si può passeggiare sull’Acropoli di Atene, visitare le numerose isole greche, passare notti in discoteca, arrivare fino all’incredibile monastero di Meteora, rilassarsi in spiaggia, scalare l’Olimpo e il Parnaso, godersi un ottimo gyros tra case intonacate di bianco.

Tra le tante mete che la Grecia offre, una delle più affascinanti e misteriose e senza dubbio l’antica città di Micene. Il sito archeologico si trova a 2 km dal villaggio di Mykenes, dove si trovano molti ristoranti e negozi di souvenir. Mykenes è a circa 120 km da Atene e può essere raggiunto grazie alla rete di trasporti pubblici locali. Si può usufruire della linea di autobus che fa il tragitto da Atene a Nauplia, scenendo alla fermata Micene. Ad Atene gli autobus per Nauplia partono dalle 7:30 alle 19:30, con la cadenza di un autobus l’ora, dal Terminal A (Kifissou). Il viaggio dura all’incirca due ore.

È tuttavia consigliabile noleggiare un’automobile, in modo da godere di maggiore autonomia negli spostamenti. Partendo da Atene, occorrerà solo imboccare l’autostrada e procedere in direzione Corinto, continuando verso Tripoli. Una volta superata Corinto, dopo 25 km si trova lo svincolo per Nauplia.

Imboccando quella strada si troverà poi l’uscita per Mycenae. Dopo due ore si dovrebbe raggiungere agevolmente la propria destinazione. La città antica si trova nella valle, alle pendici delle montagne. La visita completa del sito archeologico necessita circa di due ore di tempo. Potrebbe non essere semplice orientarsi perché la segnaletica è molto scarsa. È quindi consigliabile munirsi di guide, mappe o di un navigatore.

Micene
Il luogo ha affascinato visitatori di ogni epoca, al punto tale che si racconta che già al tempo dell’Impero Romano molti curiosi visitavano le rovine di questa antica e misteriosa città. La fondazione della città di Micene è da collocarsi nell’età del Bronzo, all’inizio del II millennio a.C.. Intorno al 1600 a.C. in Grecia scompariva l’antica civiltà minoica, che era prosperata sull’isola di Creta, a causa della violenta eruzione di Santorini. In quello stesso periodo sulla terra ferma inizia a svilupparsi la civiltà micenea, probabilmente a causa della migrazione delle antiche tribù greche che vivevano in Tessaglia.

I nuovi abitanti iniziano a stanziarsi in centri urbani fortificati, proprio per questo la civiltà micenea ha preso il nome di “civiltà-palazzo”. La cultura micenea prosperò, per cadere poi in rovina nel XIII secolo a.C.. Le cause di questa decadenza sono molto dibattute: si è ipotizzato che questa venne messa in crisi da grandi cambiamenti climatici e alla minaccia militare delle tribù doriche del nord.

Giungendo al sito archeologico si notano subito le imponenti mura di pietra micenee, le “mura ciclopiche”, nome che venne loro dato dai greci subito dopo il crollo della civiltà micenea. I Greci dei “secoli bui” non riuscivano a spiegarsi chi fosse stato in grado di costruire mura così possenti. L’unica spiegazione plausibile era che fossero state erette dai leggendari ciclopi, dotati di forza sovraumana. In realtà le mura furono erette verso il 1350 a.C., per difendersi da un nemico di cui oggi non conosciamo l’identità.

Entrando a Micene si resta colpiti senza dubbio dalla grande porta meridionale, la nota Porta dei Leoni. L’entrata è decorata da un bassorilievo situato a 3 metri di altezza, che ritrae due leonesse, animali che probabilmente dovevano essere il simbolo della città, o comunque un simbolo di forza o di ben augurio. Mettere statue di leone agli ingressi è un topos architettonico diffuso in molte civiltà, ad esempio in quella cinese. Persino un grandissimo casinò di Las Vegas aveva l’entrata a forma di una grande testa di leone dorata. Sebbene il significato di questo bassorilievo resti ancora misterioso, il leone come simbolo è qualcosa di antichissimo e di condiviso. Le leonesse sono l’unica opera scultorea micenea giunta a noi.

I reperti più significativi della civiltà micenea ritrovati fino ad oggi sono stati rinvenuti quasi tutti all’interno di sepolture. Il primo archeologo che vi ha fatto grandi ritrovamenti è stato il tedesco Heinrich Schliemann, che credeva di aver rintracciato in queste sepolture i resti della città di Troia e la maschera funeraria del re Agamennone.

La tomba circolare A ricorda per forma Stonehenge. La sepoltura più imponente e importante lì rinvenuta ha preso il nome di “tesoro di Atreo”, un tempo decorata con rilievi in bronzo e in pietra, oggi esposti in diversi musei del mondo. Vi si trova anche una tomba circolare B, molto simile alla A, ma scoperta per pura casualità solo nel 1951.

Ancora oggi si possono ammirare le grandi cisterne di acqua sorgiva, che costituivano un sistema idrico veramente soprendente per la loro epoca. Da vedere anche il Museo archeologico di Micene, che raccoglie i ritrovamenti più importanti fatti nel sito archeologico: ceramiche, metalli, oggetti della vita quotidiana di vario tipo e persino frammenti di affresco.