Se andate a Napoli, alzate gli occhi sulla collina del Vomero e forse vi sentirete quasi schiacciare dalla enorme mole di Castel Sant’Elmo. Un tempo, prima del XIV secolo, qui sorgeva una chiesetta paleocristiana dedicata a Sant’Erasmo e dallo storpiamento linguistico di questo nome si è arrivati a “Elmo”.

Il massiccio forte fu voluto nel 1329 da Roberto il Saggio, figlio di Carlo di Angiò e Duca di Calabria e appena vent’anni dopo era già protagonista di un sanguinoso assedio che ne mise alla prova la resistenza. Nel Seicento divenne un carcere militare e tale rimase fino al 1988 anno in cui venne adibito a museo.

Castel Sant’Elmo, monumento militare

Esternamente non ci sono dubbi: Castel Sant’Elmo è un vero monumento dell’architettura militare, con le mura altissime, le merlature, il fossato. Stranamente non ci sono torrioni, sebbene gli angoli dell’edificio lo rendano sicurissimo nella difesa.

Dentro, dopo la rampa di ingresso, ci si trova su un ponte pieno di feritoie che conduce a una grotta e soltanto dopo si accede dal vero ingresso, un portale con lo stemma di Carlo V.

Lungo il percorso, tre arcate si aprono sul panorama di Napoli dall’alto, per poi condurvi alla Piazza d’Arme con il torrione che fu del comandante del carcere. Nel piazzale si ammira una  piccola chiesa dedicata a Sant’Erasmo, o Sant’Ermo, ricostruita nel Cinquecento a ricordo di quella più antica.

Il Museo del Novecento in Castel Sant’Elmo

castel sant'elmo

Dalla seconda metà del secolo XX, il castello ospita un polo museale. Custodisce infatti una biblioteca, una fototeca e il Museo Napoli Novecento, quest’ultimo ospitato nei locali dell’ex Carcere Alto, dove un tempo sorgevano le celle dei detenuti nel castello.

Il museo si propone di esporre opere stabili e itineranti di artisti napoletani o che hanno espresso la bellezza di Napoli nelle loro opere, dal 1910 in poi. Ad oggi sono in mostra 170 opere realizzate da  90 artisti napoletani, ma tanti altri si aggiungono anche da altre parti di Italia e del mondo per completare l’amore per questa città.

Castel Sant’Elmo, il percorso museale

Il percorso museale è a tema, diviso in sezioni: dal movimento della “Secessione dei Ventitre” (1909), al Futurismo, ai Circumvisionisti, ai Neorealisti. Una sezione intera è dedicata agli Anni Settanta del XX secolo. Il museo è in continua evoluzione, grazie agli stili artistici di oggi che cambiano velocemente e aggiungono novità digitali sia alle immagini che ai testi.

Come arrivare a Castel Sant’Elmo

Per arrivare a Castel Sant’Elmo dovete arrivare a Napoli. Potete farlo comodamente in aereo, all’aeroporto Capodichino, o scendendo dal treno alla stazione centrale della città.

In auto arriverete tramite le autostrade A1, A3, A16 e A30 a seconda delle direzioni. Una volta a Napoli, per raggiungere il castello dovrete affidarvi alla famosa Funicolare oppure la Metropolitana Linea 2. Gli autobus urbani che salgono al Vomero sono 147, 169, 150.

Castel Sant’Elmo, orari e biglietti

Il castello è aperto tutti i giorni dalle 8:30 fino alle ore 18. Il museo al suo interno, invece, apre tutti i giorni tranne il martedì con orari 9:30-17. Ricordate che la biglietteria chiude un’ora prima della chiusura della struttura, quindi gli ultimi biglietti vanno fatti alle 17 e alle 16. Il biglietto costa 5 Euro (ridotto 2,50).

Entrano gratis i giovani cittadini UE al di sotto dei 18 anni e altre categorie da consultare alla pagina del sito ufficiale. Le prime domeniche del mese è sempre gratis per tutti. Le visite guidate sono a pagamento e i prezzi variano a seconda dei gruppi: telefono 848.800.288.

Se questo castello vi ha stuzzicato, non perdete l’occasione di visitarlo!

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